Viaggio al centro della Terra: Versione integrale (Italian Edition) by jules verne

autore:jules verne [Verne, Jules]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2015-05-19T22:00:00+00:00

XXIII

Durante una lunga ora il mio cervello in delirio immaginò ogni specie di ragione che avrebbe potuto far muovere la nostra guida. Le idee più assurde mi venivano in mente: stavo quasi per diventare pazzo.

Finalmente un rumore di passi salì dalla profondità dell’abisso. Hans tornava su. Una luce incerta cominciò a trapelare sulle pareti, poi rifulse splendente dall’orifizio del corridoio: Hans apparve.

Si avvicinò a mio zio, gli mise la mano sulla spalla e dolcemente lo svegliò. Mio zio si alzò.

– Che cosa accade? – disse.

– “Vatten” – rispose Hans.

È da credere che sotto l’azione di violenti dolori ciascuno diventi poliglotta. Io non sapevo una sola parola di danese e tuttavia capii all’istante.

– Acqua, acqua! – gridavo battendo le mani e gesticolando come un insensato.

– Acqua! – ripeteva mio zio – “Hvar?” – domandò all’islandese.

– “Nedat” – rispose Hans.

Dove? Là sotto! Ora capivo tutto. Avevo afferrato la mano della nostra guida e la stringevo mentre egli mi guardava con la sua solita calma.

I preparativi per la partenza furono brevi e presto camminavamo in un corridoio a forte pendenza. Un’ora dopo avevamo fatto circa mille tese ed eravamo scesi più di trecento piedi.

In quel momento sentii distintamente un rumore insolito provenire dalla muraglia granitica, una specie di sordo muggito o un tuono lontanissimo.

Durante la prima mezz’ora di marcia, non incontrando la sorgente annunciata, avevo sentito l’angoscia riafferrarmi: mio zio mi spiegò l’origine di quel rumore.

– Hans non ha sbagliato, – disse – quello che senti è il muggito di un torrente.

– Un torrente?

– Non c’è dubbio: un fiume sotterraneo circola intorno a noi.

Affrettammo il passo sovraeccitati dalla speranza. Non sentivo più la stanchezza, quel rumore che ad ogni istante aumentava già mi stava rinfrescando. Il torrente dopo essersi mantenuto a lungo al di sopra delle nostre teste, correva ora nella parete di sinistra, muggente e precipitoso. Passavo frequentemente la mano sulla roccia con la speranza di trovare tracce di sgocciolio o almeno di umidità, ma invano.

Passò una mezz’ora, camminammo ancora per mezza lega. Fu allora evidente che la nostra guida durante la sua assenza non aveva potuto prolungare le sue ricerche. Seguendo il suo particolare istinto di montanaro e di cercatore d’acqua, aveva “sentito” il torrente attraverso la roccia ma certamente non aveva visto il prezioso liquido, né si era dissetato.

Presto ci accorgemmo che continuando ad andare avanti ci saremmo allontanati dal torrente: e difatti il mormorio tendeva a diminuire.

Tornammo indietro. Hans si fermò ad un punto preciso dove si poteva meglio udire lo scorrere del torrente. Mi sedetti vicino alla muraglia mentre nell’interno le acque passavano a poca distanza da noi con estrema violenza. Ma un muro di granito ci separava ancora. Senza riflettere, senza domandarmi se esisteva il modo di procurarsi quell’acqua, mi abbandonai per un attimo alla disperazione.

Hans mi guardava: mi pareva che un sorriso si disegnasse sulle sue labbra. Si alzò e prese la lampada. Lo seguii con lo sguardo. Si diresse verso la muraglia, appoggiò l’orecchio sulla pietra arida spostando l’ascolto con grande cura. Capii che cercava il punto preciso dove il rumore del torrente si faceva sentire più fragoroso.

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